Gli inciampi lessicali ed il linguaggio del corpo li tradiscono: Andrea Coregliano, relatore in quel di Genova, ha dissertato dottamente su aspetti atmosferici che non esitiamo a ricondurre ad una specie di archeometeorologia. La manipolazione meteo è diventata una tragica realtà, sicché i fenomeni naturali sono ormai soverchiati dagli interventi militari. Se non sono eliminati, sono drasticamente piegati per conseguire obiettivi che spaziano dalla siccità ai nubifragi. Ancora, se, per assurdo, questo non avvenisse e non fosse avvenuto, l’aver agito per incidere sui fenomeni comuni, ha innescato una reazione a catena, le cui tragiche conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Tralasciamo, però, tali contenuti già sviscerati, per concentrare l’attenzione su elementi prosodici e del body language: il Corigliano, con la voce tremolante, lo sguardo che rifugge da quello dell’interlocutore, i gesti impacciati, la fuga precipitosa, prima che il convegno finisse, ha rivelato di non credere minimamente in ciò che ha asserito in modo tanto paludato e soporifero. Ne va a suo onore ed a suo disdoro. E’ un onore, perché dimostra di non essere un grullo matricolato, incapace di distinguere tra una copertura palesemente artificiale, generata da decine e decine di aerei, e delle nuvole come Dio comanda. È un disonore, poiché ingrossa la masnada di disinformatori, ma “pecunia non olet” e le carriere si costruiscono, grazie soprattutto alle aderenze ed alla disponibilità a leccare “luoghi” tondeggianti. Non condividiamo, ma in parte si può comprendere: senza l’adulazione e la totale sottomissione al sistema, in una scuola o in un’università non si lavora, se non come bidelli. Anzi, oggi giorno, con l’aria che tira, il servilismo è necessario pure per essere assunti come collaboratori scolastici.
Dunque il contraddittorio non può esistere, giacché i ricercatori liberi e gli occultatori sono sulla stessa lunghezza d’onda, sebbene i negazionisti dell’olocausto chimico-biologico mentano a sé stessi ed agli altri in modo spudorato. La menzogna può diventare un abito ed un’abitudine: in una certa misura è possibile che i bugiardi del sistema si convincano delle loro fandonie, preferendo almeno sposare la bislacca ipotesi della Biogeoingegneria per il nostro bene, come salvezza dal cosiddetto “riscaldamento globale”. Sono risvolti psicologici o psichiatrici già analizzati.
Diverso è il discorso, se si considerano tutti quei (ram)polli allevati negli atenei, soprattutto nelle facoltà “scientifiche”, precocemente nutriti con programmi e libri transgenici di marca C.I.C.A.P. ("Superquark", "Ulisse", "Viaggio nel cosmo", "La straordinaria storia della vita sulla terra", "Impero"... ). Costoro veramente si bevono le “razionali” farneticazioni di agenti che dipingono le miracolose proprietà di scie di condensa in grado di generarsi senza umidità ed a temperature equatoriali. Imbottiti di formulette e di concetti errati, alcuni di questi giovini di belle speranze e dalle brutte intenzioni, oltre a formare ora la claque dei loro cattivi maestri ora gruppi di provocatori, sono, anche se può apparire paradossale, in buona fede, in quanto fideisti di una “scienza” totalmente falsa che essi, nella loro infinita ignoranza ed ottusità, reputano vera.
E’ indubbio: solo i babbei ed i disinformati possono accettare le versioni ufficiali sulle scie chimiche. Gli altri, come il cadaverico Attivissimo, ricorrono ai soliti argomenti ad personam, alle velate intimidazioni, agitando lo spauracchio della “giustizia” che egli si augura persegua le “vittime” di accuse ingiustificate: i piloti tapini, i responsabili dell’E.N.A.V., noti per il loro operato cristallino, per la loro onestà. Lo spettrale Attivissimo è in grado di giudicare chi è probo e chi non lo è, essendo uomo di specchiata moralità a tal punto che, appunto, chiama le scie che deturpano il cielo in modo veritiero e corretto. Le definisce “scie chimiche”.
[1] L’anfitrione, Adriano Casissa, non ha ben esordito: la sua terminologia ideologica e stravolta è stata segno di pressappochismo linguistico. Ha poi, contro ogni accordo, tratto dal cilindro il "Dottor Attivissimo", omaggiandolo più volte di un titolo che attribuito a tale figuro, è sinonimo di un insulto. Scommetto che i laureati si affretterebbero a bruciare il loro diploma, se davvero Kattivix fosse dottore. Passi il confronto con il budino Corigliano, ma sopportare la petulante e sguaiata “guardia svizzera” mette alla prova anche la proverbiale pazienza di Giobbe.
Articolo correlato: Caso E.N.A.V. e Finmeccanica, 2011
Paolo Attivissimo scrive: "Secondo Marcianò, la Puglia avrebbe finanziato un progetto per il controllo del clima (accusa anche Vendola, quindi?)".
Siccità - La Puglia insemina le nuvole