giovedì 9 luglio 2009

Come sono diventata un'attivista contro le scie chimiche

Non chi ha il volto ringhioso, ma chi lo ha intelligente appare temibile e pericoloso, come è certo che il cervello dell’uomo è un’arma più terribile che l’artiglio del leone. (A. Schopenauer)

Pubblichiamo la testimonianza di un'attivista contro le scie chimiche. E' un resoconto emblematico ed eloquente dell'incongruo, grottesco rapporto che si instaura tra il cittadino e le istituzioni, poiché le istituzioni, invece di agire in difesa della collettività o sono succubi dei poteri forti o si rivelano del tutto inutili. Tutto ciò non sorprende, ma è comunque una gravissima violazione del dettato costituzionale e la prova di come non si possa quasi mai far assegnamento su chi dovrebbe essere preposto a tutelare l'ambiente ed i diritti dei cittadini. Vero è che la Costituzione è ormai stata svuotata e calpestata, ma, come si deduce dal tragicomico resoconto che proponiamo, si può e si deve continuare a divulgare ed a sensibilizzare anche tra gli appartenenti alle istituzioni, molti dei quali ignorano sia le scie chimiche sia altre scottanti questioni. Il sistema basa la sua turpe forza sull'ignoranza: la conoscenza contribuisce ad indebolirlo.


Il 25 maggio si presentano in casa i Carabinieri, dicendo di voler parlare con me... Risponde al citofono la sorellina, dicendo loro che non ci sono (mi trovavo a Torino per seguire un festival di danza contemporanea). Lasciano un avviso nella buchetta delle lettere, con su scritto di presentarmi urgentemente nella loro sede.

Inizio quindi a ricevere una serie di telefonate da parte di mia madre che, celando a fatica la sua preoccupazione, mi chiede gentilmente di dirle che cosa ho combinato... le rispondo in sincerità che non ne ho la più pallida idea! Ben presto, però, inizio a sospettare il motivo della visita, confermato dall'sms di mia madre che, recatasi il giorno seguente dai Carabinieri per avere delle informazioni, mi scrive appunto che si tratta di una e-mail da me spedita ai Carabinieri del N.O.E. (Nucleo Operativo Ecologico) di Bologna. Bingo!

L'antefatto

Dopo aver partecipato a conferenze, letto articoli, guardato video nonché trasmissioni televisive e, soprattutto, dopo aver osservato ciò che avviene nei nostri cieli per circa un annetto, ritengo di avere un'idea abbastanza chiara circa le scie chimiche: al di là di tutte le possibili implicazioni (controllo climatico, controllo mentale, H.A.A.R.P. etc.), si tratta di un fenomeno reale e anomalo, sicuramente nocivo per la nostra salute, su cui gli organi competenti dovrebbero indagare, fornendo delle risposte serie ai vari interrogativi posti sul tavolo della discussione. Decido quindi di dare il mio piccolo contributo alla causa, inviando il giorno 20 aprile, giornata della telefonata al N.O.E., una e-mail al Nucleo Operativo Ecologico competente per il territorio della mia città. Di seguito l'e-mail.

Alla cortese attenzione dei Carabinieri del N.O.E. di Bologna.

Vorrei richiamare la Vostra attenzione sull'anomalo fenomeno che si può osservare nei nostri cieli ormai quasi quotidianamente: mi riferisco alla presenza di strane scie, rilasciate da aerei bianchi che girano sui nostri centri abitati senza targhe identificative, seguendo tracciati casuali e spesso intersecando le rotte fino a formare veri e propri reticoli.

Si tratta di scie che, già soltanto a prima vista, appaiono diverse da quelle normalmente rilasciate dagli aerei, ossia le scie di condensazione, formate da vapore acqueo e che svaniscono dopo pochi minuti (fenomeno abbastanza raro, che si verifica solo a certe condizioni di quota e di temperatura e a seconda dell'umidità presente nell'aria).

Le scie da me osservate sono, invece, molto lunghe, permangono per ore nel cielo e si allargano fino a creare uno strato di "nebbia" che oscura il sole.

Molti cittadini, allarmati dallo strano fenomeno, hanno già condotto analisi sul terreno e sull'acqua piovana in concomitanza con il passaggio di tali aerei: i risultati attestano la massiccia presenza di elementi chimici quali bario, alluminio ecc. ben al di sopra della media, cosa che risulta essere estremamente pericolosa per la salute dell'uomo (che inala queste sostanze sia attraverso la respirazione sia attraverso il cibo che ingerisce). Sono molte le malattie associate a questo avvelenamento, tra le quali figura un morbo non ancora riconosciuto ufficialmente, il Morgellons.

Vorrei quindi denunciare lo stato attuale di scempio dei nostri cieli ed esprimere il mio timore per le conseguenze nocive che tali irrorazioni possono avere sulla salute dell'uomo e degli esseri viventi in generale.

Sperando in un Vostro intervento e nella Vostra richiesta di un chiarimento da parte delle istituzioni (che in più occasioni hanno ignorato la lunga serie di interrogazioni parlamentari o hanno fornito soltanto risposte evasive), Vi ringrazio per la cortese attenzione.

Cordiali saluti

(firma)

Il colloquio

Tornata dalla trasferta torinese, mi reco nella sede dei Carabinieri accompagnata da mia madre (che, nel frattempo, dopo aver capito che si tratta di "questioni ecologiche", sembra essersi tranquillizzata. Dal canto mio, sapendo che non solo di questioni ecologiche si tratta, continuo a ripetermi come un mantra che "non ho fatto niente di male", "non ho fatto niente di male", "non ho fatto niente di male"...). In realtà la curiosità vince di gran lunga il timore: non vedo l'ora di rapportarmi con questa istituzione per sapere che cosa hanno da dirmi e per vedere in che modo si esporranno circa un fenomeno così dibattuto. Mi riprometto di essere pronta a tutto, di mantenere la calma e di affermare solo ciò che io stessa in prima persona posso dimostrare.

La fortezza videosorvegliata ci accoglie con un Carabiniere sulla cinquantina, molto serioso e taciturno, che, dopo aver letto l'avviso che mi diceva di presentarmi da loro, ci fa accomodare nel suo triste ufficio in penombra. Noto subito dei monitor con le riprese della strada che circonda l'edificio. Passa una serie di minuti interminabili in cui tale signore legge più e più volte un fascicolo che ha tra le mani, in cui noto un foglio con l'intestazione Wind (mi stanno già controllando il cellulare?) mentre mia madre sbuffa per il caldo e si slaccia la cerniera della maglia (o era una tattica?!?) ed io non posso fare a meno di pensare al romanzo "Delitto e Castigo", quando Raskòl'nikov subisce tutta la pressione dell'interrogatorio fino a svenire! Penso esattamente così: che quest'attesa, questo rimandare l'inizio del discorso sia una tattica per farmi capitolare... ma il delitto in questo caso non c'è e con me non funziona.

La prima a rompere il silenzio è mia madre, che evidentemente non resiste più al gioco e chiede qualcosa del tipo "E' grave?".

Il povero Carabiniere, interrotto nei suoi studi, risponde "Siamo qui per valutarlo" e la invita subito a tacere, intimando di farla uscire dalla stanza, perché in teoria non dovrebbe assistere... poi si rivolge subito a me chiedendo "Hai un'idea del perchè sei qui?". Sorrido. "Penso di sì. Praticamente ho inviato una e-mail..." Mi interrompe subito "Esatto, esatto". Di nuovo silenzio.

Ciò che segue è una discussione talmente patetica che forse vale la pena riportarne i passaggi peggiori!

Da una parte c'era questo rappresentante delle forze del (dis)ordine che diceva cose tipo "Ma le vedi solo te tutte queste cose! Chissà che strumenti usi, cannocchiali..." ed io "Ma no, basta osservare il cielo, ad occhio nudo" e lui "Va be' che in effetti ti chiami (cognome)... hai proprio una vista d'aquila!" Risatine finte isteriche di tutti. Oppure continuava rivolgendosi a mia madre: "Eh signora, quando ero giovane anch'io volevo cambiare le cose... Poi per fortuna si cresce, si capisce".

E qui interviene mia madre, stupendomi, dicendo cose del tipo: "Ma guardi veramente bisognerebbe sempre continuare ad interessarsi di queste cose, che cosa vuol dire che da grandi bisogna rinunciare, non bisogna più occuparsi delle cose giuste?" E lui "Adesso, giuste... tutto è giusto allora. Tutto è inquinamento... Ma se abitavi in America cosa facevi? Io ho dei parenti che abitano in America e lì con il traffico aereo che hanno, cosa facevi, una denuncia al giorno?!? Ahahah!"

Dopo questa ho lasciato perdere (non avendo segnalato la pericolosità delle scie rilasciate dal consueto traffico aereo, ma la pericolosità delle scie chimiche, rilasciate appositamente da aerei non identificati) e la discussione è andata avanti ancora un bel po' tra lui e mia madre, per luoghi comuni ovviamente. "Ad esempio, la droga: ma se lo Stato volesse, non l'avrebbe già debellata da un pezzo? Eh? E invece perché non succede?" Qua non ce l'ho fatta: "Evidentemente perché gli conviene, perchè ci guadagna". "Esatto!", risponde lui.

Non male detto da uno sbirro. Mi fa pensare al gioco delle parti: questo qui vede sicuramente molto più schifo di quello che vedo io, però la cosa non lo sconvolge; il suo mestiere è eseguire degli ordini senza farsi domande, il suo ruolo nella società è quello, è stabilito. Guardo per un attimo gli stemmi e le stellette che ha attaccate sulla giacca, ma è inutile: non è da quelle che so riconoscere il grado, il valore di una persona.

Passiamo ai motivi della convocazione: devo dichiarare di essere stata io a inviare la e-mail, informazione richiesta dal N.O.E. di Bologna che aprirà o ha già aperto un'indagine sulla base della mia segnalazione. Bene. Faccio finta di crederci, ma chiedo innanzitutto di vedere l'e-mail in questione, perché non voglio dichiarare nulla senza essere sicura che ciò che ho effettivamente spedito è ciò a cui si stanno riferendo. Mi passa il fascicolo piegando il foglio a metà, in modo che posso leggere la mia e-mail (effettivamente è quella), ma non gli appunti che hanno trascritto a lato. Noto comunque che il mio scritto è stato suddiviso in paragrafi, dalla a alla f, mi sembra... mi hanno studiata bene. Rilascio la mia dichiarazione, firmo e saluto.

Sulla soglia il Carabiniere dice che il mio caso gli ricorda il film "Il rapporto Pelican", che mi consiglia di guardare... Tratto da Wikipedia: "Una studentessa di Legge formula una teoria sulla morte violenta di due giudici della Corte suprema: il mandante degli omicidi potrebbe essere un potente industriale che aveva finanziato la campagna elettorale del Presidente in carica degli Stati Uniti. Il rapporto finisce nelle mani dell'F.B.I.: la studentessa va eliminata. Solo con l'aiuto di un giornalista nero, la bella riesce a sopravvivere".

Conclusioni

Ho scritto questo articolo non solo per diventare la giornalista nera di me stessa (eh eh), ma anche per sapere se a qualcun altro è stato riservato un simile trattamento in seguito alla segnalazione al N.O.E. e, soprattutto, per contribuire a diffondere la conoscenza del fenomeno delle scie chimiche... Sono lì, lampanti, sopra le teste e davanti agli occhi di tutti, vengono sparate di notte e di giorno, ma non ce ne accorgiamo perché non siamo più abituati ad osservare, a porci domande ed a pretendere delle risposte; se ce le fanno notare, non vogliamo crederci, perché per noi, se un fenomeno non è stato ufficialmente riconosciuto, non esiste...

Preferiamo non pensarci o preferiamo pensare che sia una "bufala" internettiana, come certi disinformatori ci suggeriscono... Permettiamo che il virtuale si sostituisca al reale, quando basterebbe aprire gli occhi per capire che qualcosa non va. In fondo, anche se ce ne accorgiamo, anche se ci lamentiamo ogni giorno, uscendo di casa la mattina per andare al lavoro, siamo comunque restii a passare all'azione, abbiamo paura di esporci in prima persona, non siamo più abituati all'azione, alla rivoluzione. Siamo pavidi, come dice Paolo Barnard nel suo ultimo post. Proviamo a smentirlo? Fermiamoli!


Leggi qui il testo tratto da myspace.com

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