mercoledì 3 giugno 2009

Scie chimiche: organigramma delle istituzioni coinvolte e ruolo dei disinformatori

"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che produce gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia sulla loro esecuzione ed assiste al loro compimento e, infine, una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".

Nicholas Murray Butler, esponente del C.F.R. , Council on foreign relations, struttura fondata dai Gesuiti


Di fronte al disastro a cui assistiamo quotidianamente, rappresentato dalle operazioni clandestine di aerosol (chemtrails), la nostra reazione istintiva è un misto di sconcerto, collera, disorientamento. Osserviamo aerei non identificati, privi di livree e targhe di riconoscimento. Il loro transponder è spento, per cui sono aerei che, ufficialmente, non esistono. Eppure migliaia di questi velivoli attraversano ogni giorno i cieli del mondo.

Come già altre volte precisato, siamo di fronte ad un progetto di avvelenamento della biosfera nel quale sono impegnate forze militari ma anche civili: infatti è appurato che le compagnie aeree per il trasporto di passeggeri e di merci collaborano fattivamente. Questi vettori percorrono i corridoi aerei alle quote loro assegnate (8/13000 metri), disperdendo additivi particolari in atmosfera. Noi, in realtà, siamo in grado di notare solo gli aerei militari che volano a quote di molto inferiori (1500/6000 metri circa) e questi velivoli vengono, però, spacciati per aerei di linea che formano "innocue scie di condensa".

Appare chiaro che esiste una rete disinformativa che coordina e gestisce ogni singola attività legata alla irrorazioni clandestine. Affinché sia possibile mantenere il silenzio su tali attività, è necessaria una stretta collaborazione tra istituzioni, enti pubblici, società private, militari e singoli individui. Ciò è perfettamente possibile ed i precedenti, come, ad esempio, le sperimentazioni su popolazioni inermi in Gran Bretagna, lo dimostrano. Se, infatti, la catena organizzativa è ben strutturata e legata da interessi reciproci che garantiscano la tenuta stagna delle informazioni, qualsiasi attività illegale può tranquillamente essere perpetrata per anni senza che il cittadino ne venga a conoscenza.

Quando ci riferiamo ai disinformatori, ci sfugge il vero significato e l'importanza che essi assumono nella gestione del cover-up e soprattutto non comprendiamo che essi esistono poiché qualcuno li coordina e li finanzia, fornendo loro strumenti, strutture ed un supporto logistico di tutto rispetto.

E' quindi sbagliato pensare che il fenomeno correlato alla rete di disinformatori sia un fattore minore e trascurabile, in quanto essi sono la protesi di coloro che, ai vertici, hanno a suo tempo deciso di avvelenare le popolazioni civili per meri scopi legati al controllo mentale ed alla manipolazione genetica, nell'ambito di progetti militari e governativi.

Non esisterebbero disinformatori, se non esistesse alle loro spalle un impianto organizzativo e finanziario. Un gruppo ristretto di agenti è preposto al reclutamento ed all’addestramento-indottrinamento di individui spesso frustrati e psicopatici (Costoro sono l'ideale per certe logoranti attività). Più in alto, nella catena di comando, sono onnipresenti i servizi, i quali forniscono le informazioni riservate (utili al momento giusto nel caso si debba dissuadere qualcuno dal continuare nella sua azione pericolosa per il sistema), predispongono l’identificazione degli attivisti operanti sulla Rete, nonché la successiva intercettazione delle loro utenze, l'assegnazione degli I.S.P. di connessione per i vari gruppi di disinformatori, il reperimento di materiale giudiziario, il finanziamento, attraverso fondi neri, di persone, dotazioni tecnologiche ed attività etc.

In questo modo il disinformatore, assunto con contratti a termine, ha carta bianca. Può operare anche sul luogo di lavoro. Verrà garantita la piena collaborazione e segretezza. L'unico suo obbligo è di rispettare il programma assegnatogli, senza limiti di orari e senza alcun impedimento per quanto riguarda la legalità delle sue azioni. L'unico imperativo è di operare a stretto contatto con gli altri disinformatori e di coordinare ogni azione con la struttura gerarchica di comando.

Il disinformatore "gregario" percepisce in media circa 6.000 euro al mese, più i premi per azioni di riconosciuto impatto mediatico utili alla delegittimazione dei ricercatori indipendenti.

Ovviamente, per agire sulla Rete, il disinformatore ha bisogno di una connessione veloce privilegiata e sempre operativa. In questo ambito, abbiamo notato che enti come l'I.N.P.S. e l'I.N.P.D.A.P. assumono un ruolo importante in questo ambito, visto che "ospitano" vari agenti disinformatori, fornendo loro I.S.P. pubblici, pagati dai contribuenti. Chiaramente ciò non rappresenta un incidente dettato dal caso o dalla fruizione clandestina di tali I.S.P., in quanto ogni amministratore di sistema di tali enti dispone di strumenti idonei alla tracciatura del traffico Internet, per cui un "dipendente" che dovesse impegnare il suo tempo per scrivere insulti e/o minacce sul blog Tanker Enemy o su altri blog e siti sotto sorveglianza, anziché svolgere il suo lavoro ufficiale, verrebbe subito identificato e punito. Ciò evidentemente non avviene poiché chi fornisce gli strumenti di connessione alla Rete è perfettamente consapevole del "lavoro" che sta svolgendo il dipendente I.N.P.S. o I.N.P.D.A.P. o di qualsivoglia altro ente o ufficio pubblico. E' chiaro perciò che, se gli amministratori di sistema chiudono non un occhio, ma due sulle illecite attività nell'ambito di un servizio pubblico, è semplicemente perché hanno ricevuto ordini molto precisi in tal senso e questi ordini provengono evidentemente dai dirigenti, i quali, a loro volta, hanno ricevuto ordini dal Ministero competente.

Se un cittadino qualunque si rivolge alle A.R.P.A. locali, le risposte che riceverà saranno le medesime fornite ogni ora dai disinformatori sulla Rete, dai piloti di linea, dai piloti militari, dai geologi come Mario Tozzi, dai meteorologi, dal Ministero della Difesa, dal Ministero dell'Ambiente, dal Ministero della Salute, dal N.O.E. dei Carabinieri (sempre se e quando si degnano di rispondere) etc., ovvero: "State tranquilli: è solo la condensa degli aerei di linea".

Queste risposte preconfezionate si collocano all'interno del progetto di cover-up globale, considerato che la popolazione deve rimanere completamente all'oscuro e, basandosi sull'ignoranza in certe materie, viene ai cittadini ammannita la solita storiella delle scie di condensazione. A questo si aggiungono i continui messaggi subliminali più o meno evidenti in spots pubblicitari, cartelloni, depliants, pellicole cinematografiche, telefilms, cartoni animati, videogiochi... Insomma il quadro è desolante, poiché le forze in gioco sono potenti e piene di risorse. In questo panorama di tele tessute nei nostri cieli e di riprogrammazione mentale ad opera di sottili menti, l'informazione, quella vera, si trova a dover combattere una battaglia impari ma, paradossalmente, tutto questo dimostra che la ragione è dalla nostra.

Laddove si manifesta il dissenso, ecco che entrano in gioco i disinformatori. Siamo di fronte ad un grave problema di liceità nella gestione della cosa pubblica e quindi del denaro dei contribuenti. Non si può ridurre a pura presenza fastidiosa e trascurabile un fenomeno, come quello della disinformazione, il quale è parte integrante del programma di avvelenamento del pianeta con le scie chimiche e con mille altri veleni. Dobbiamo combattere con tutte le nostre forze questo abominio, se vogliamo avere un futuro. Sta a noi decidere se vogliamo vegetare rassegnati o se vogliamo riappropriarci della nostra libertà.


Clicca qui per visionare l’organigramma delle istituzioni coinvolte in formato PDF.


NOTA: questo articolo sarà inviato alle sedi competenti


Fonte: Tanker Enemy

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