sabato 25 giugno 2011

Le tremebonde menzogne di “Meteotrentino”

Tutte le verità taciute diventano velenose. (F. Nietzsche)

Pubblichiamo una testimonianza di un amico che ha scambiato alcuni messaggi con gli esperti (?) di “Meteotrentino”, cercando di ottenere delle delucidazioni chiare e coerenti sullo spinoso tema delle scie chimiche. Dal botta e risposta, si evincono i goffi tentativi, per opera dei meteorologi, di eludere le domande, rinviando alla pagina che la screditata "Wikipedia Italia" ha dedicato alle chemtrails. In una girandola di tentennamenti e di informazioni smozzicate, "Meteotrentino" si umilia a tal punto da segnalare le FAQ dell’inutile C.I.C.A.P., già confutate tempo addietro punto per punto. Il documento ha una grande importanza, perché manifesta lo spaventoso depauperamento della meteorologia che, da disciplina empirica, si è corrotta in una congerie di assurdi e menzogneri mantra dettati dai militari: "velature innocue", "nubi medio-alte, ma senza fenomeni", "piovaschi sparsi", "perturbazione disorganizzata" "annuvolamenti pomeridiani sui rilievi, ma con fenomeni poco significativi" etc. Queste bislacche "previsioni" sono la versione edulcorata di una realtà mostrata dall'osservazione e dalle mappe satellitari dove, ad esempio, "le velature" si trasformano in un intrico di scie tossiche ed in una densa nebbia di ricaduta. Le "piogge sparse" sono, invero, debolissime precipitazioni, miseri relitti delle furiose inseminazioni operate con composti igroscopici all'interno ed attorno ai fronti nuvolosi. Da rilevare, infine, nell’ambito dello scambio epistolare tra gli interlocutori, l'assoluta incompetenza dei meteorologi abbinata ad una tenace intenzione di nascondere la verità sulla geo-ingegneria. Di fronte ad una mole imponente ed inoppugnabile di prove, come quelle squadernate davanti agli occhi vacui dei due responsabili di “Meteotrentino”, essi si vedono costretti a trincerarsi nel silenzio ed a battere in ritirata.


Ringraziamo il lettore ed amico che ci ha autorizzato alla diffusione del materiale in oggetto.

Leggi qui il documento PDF.

Video correlato: Servizi meteo militarizzati - Il caso di Meteolive.it e le innocue velature



Bufala

Nell'attuale società, il disfacimento del linguaggio è al tempo stesso causa e conseguenza del declino generale, comunque ne è uno specchio fedele. Tra i tanti esempi che denunciano una crisi irreversibile del pensiero è l'uso improprio di vocaboli il cui valore è completamente stravolto in una commistione di saccenteria ed ignoranza.

Pensiamo al termine "teoria": la "teoria" è un modello interpretativo della realtà. Purtroppo è invalso di adoperare tale parola come sinonimo di "opinione", "idea", ma siamo in presenza di un uso dozzinale, per lo meno inidoneo, poiché una teoria, essendo una formulazione e sistemazione di principi generali di una scienza o di una sua parte, o di una dottrina filosofica, implica un'esegesi della realtà, una peculiare visione del mondo. Infatti il lessema in questione discende dal verbo greco "theoreo" che vale "guardare", "osservare".

Tralasciamo i problemi spinosi dell'antitesi e talora intersezione tra modelli e "fatti, tra teoria e prassi, dobbiamo ribadire che la prima è una concezione, un tentativo di organizzare dati e fenomeni per includerli in un corpus. E' evidente che tale organizzazione è selettiva, ossia alcuni aspetti della realtà vengono scartati, affinché non minino la coerenza del quadro di riferimento. Inoltre, come ci insegnano Feyerabend e Kuhn, le teorie sono paradigmi, non scevri di declinazioni (e derive) ideologiche, paradigmi che possono essere superati o addirittura negati, attraverso salti che generano discontinuità.

E' chiaro che le teorie sono astrazioni con cui si tenta di razionalizzare la realtà, di estrapolare un disegno da una congerie di elementi disparati ed eterogenei. Non ci si avvalga dunque del termine teoria per indicare un'ipotesi che è, invece, una proposizione, un dato iniziale ammesso provvisoriamente per servire di base ad un ragionamento, ad una dimostrazione, ad una spiegazione e che sarà giustificato dalle conseguenze, dall'esperienza.

Si eviti di riferirsi ad un complesso di fenomeni osservati come ad una teoria: è così del tutto errata la dicitura "teoria delle scie chimiche", poiché le attività chimico-biologiche confluiscono in un contesto empirico, coincidono con un riscontro, avulsi da una visione del mondo, sebbene possano fornire indizi per l’interpretazione di particolari eventi.

Quanto più una teoria è generale e tenta di dar conto di un amplissimo settore dell'universo, tanto più essa è astratta e filosofica, laddove l'empiria è situata agli antipodi delle strutture concettuali. Dunque al vertice dei sistemi teorici troviamo gli impianti deduttivi della matematica, contrapposta alle discipline ancorate alla percezione, all'analisi ed alla classificazione dei fenomeni. In modo opportuno il matematico e pensatore britannico, Alfred North Whitehead (1861-1947), nota che la filosofia prende le mosse dalla complessa e multiforme esperienza della vita per tentarne una generalizzazione teorica, consapevole che ogni teoria è un “azzardo” ed una semplificazione ideale ed inadeguata, bisognosa di continui aggiustamenti.

Si apprezzi l’atteggiamento anti-dogmatico e dinamico della concezione dovuta a Whitehead.

Chi confonde teoria, ipotesi, dottrina, osservazioni, esperienze, pareri... in un unico calderone, non ha compreso alcunché di temi epistemologici e linguistici ed è d'uopo che si dedichi, se ne è capace, ad allevare bufale. Almeno acquisirà dimestichezza con bufale reali e ci risparmierà le sue sgrammaticate elucubrazioni.